Bravi e diligenti nell’uso dei metodi di contraccezione. Il 56,61% degli italiani dice di utilizzarli abitualmente, ma c’è anche un 20% che risponde con un secco “mai”. E il restante 23% ammettono di adottarli “a volte si, a volte no”, preferendo tentare la sorte. Tra questi, il 9,29% se ne ricorda “talvolta, a seconda delle situazioni”.
È questa la fotografia emersa dall’indagine condotta dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (Fiss) in vista della V edizione della Settimana del Benessere Sessuale, in programma in tutte le regioni italiane dal 1° al 6 ottobre 2018 con il patrocinio del ministero della Salute e della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Tema scelto quest’anno per il questionario on line è stato l’uso e la conoscenza dei metodi di contraccezione e delle infezioni sessualmente trasmissibili (Ist).
I dati dell’indagine. Sono state oltre 500 le risposte, nel periodo da aprile a giugno 2018, al questionario a risposta diffuso sul sito e i canali social della Fiss. Anche quest’anno, le donne si confermano la maggior parte dei partecipanti (80% vs 20%). Oltre il 40% del totale ha in mano una laurea specialistica. Più del 60% ha un’occupazione lavorativa ma nel gruppo ci sono anche gli studenti (11,8%) e i pensionati (2,26%). L’82% si dichiara attratto/a esclusivamente da persone dell’altro sesso e il 12,59% si dice etero ma attratto anche da persone dello stesso sesso. I single sono una buona quota (14,89%) superata però da chi ha una relazione, anche se non convive con il partner (29,61%). Il 46,45% afferma di non avere un credo religioso e il 39,89% confessa di averne uno ma di non essere praticante.
Supremazia incontrastata. Il re dei dispositivi anticoncezionali si conferma il preservativo maschile. È il più conosciuto, infatti, il 97,68% degli intervistati lo mette nell’elenco degli strumenti noti. Seguito dalla pillola (96,61%) e dalla spirale (88,93%). Il meno affermato è il metodo Billings con solo il 26,96%. A sorpresa, il preservativo femminile è conosciuto dal 54,11% dei partecipanti all’indagine.
Anche se tecnicamente non è un metodo anticoncezionale, il coito interrotto ancora riceve consensi da chi afferma di farne uso qualche volta (29,29%), chi sempre (7,09%), chi spesso (11,90%) e chi almeno una volta (6,41%).
L’astinenza programmata e condivisa con il partner non fa parte dell’orizzonte sessuale degli intervistati. Chi non la usa mai è il 93,14%, contro una piccola percentuale, pari allo 0,69%, che invece la rispetta sempre.
Un conto la teoria, un altro la pratica. Il condom maschile vince anche sotto le lenzuola. C’è poco da stupirsi, il preservativo è usato dal 76,66% degli intervistati. Solo l’1,14% preferisce quello femminile al pari della temperatura basale. Fanalino di coda è il diaframma con lo 0,46%. I soddisfatti del metodo usato sono la maggioranza, a fronte del 2,12% dei delusi. La maggior parte non farebbe a meno dei metodi di contraccezione ma ci sono anche quelli che molto volentieri se ne libererebbero (circa il 9%). E chi lo usa anche se non ne è soddisfatto è una buona fetta (molto 11,08% e completamente 12,50%). Si sente infastidito dal metodo o dispositivo solo l’1,18%.
Sos Contraccezione d’emergenza. Se i dubbi sopraggiungono, la contraccezione d’emergenza viene in aiuto con la cosiddetta pillola del giorno dopo usata almeno una volta dal 30% e mai dal 62%.
Scelte condivise. L’educazione alla affettività segna un goal a favore visto che la netta maggioranza (63,84%) afferma di scegliere insieme al partner il metodo contraccettivo, il 32,04% l’ha scelto e solo il 4,12% ha subito la scelta dell’altro.
Inibizioni. I contraccettivi non rappresentano una barriera fra partner. Almeno secondo l’indagine, il 64,86% degli intervistati si dice per niente inibito e l’87,50% non si opporrebbe. Pochissimi confessano un senso di mancata progettualità e solidità del rapporto per colpa dei vari metodi (2,59%). Per tanti non cambia nulla (45,28%), anzi, per il 30,27% i contraccettivi significano maggiore libertà sessuale. È proprio in minoranza (6,54%) chi pensa che invece ci sia meno spontaneità. Sul piano della frequenza, l’uso dei dispositivi non cambia nulla 64,89% così come su quello del piacere. Addirittura, c’è chi dice che ne provi di più se c’è la sicurezza di un condom o di una spirale (12,11%). I metodi di contraccezione sono soprattutto usati per il timore di andare incontro a una gravidanza indesiderata (56,25%), meno di contrarre malattie (35,94%).
Infezioni sessualmente trasmesse, le conseguenze per la salute. La protezione è la prassi per il 51,01% che risponde positivamente alla domanda “Si protegge dal contagio delle infezioni sessualmente trasmissibili?”. Ma non per il 18% che sbarra invece la casella “mai”. Stupisce come la sifilide sia più nota (95%) del papilloma virus (91,33%) o dell’HIV (92,34%). Le percentuali si riducono poi quando si nomina la conoscenza del sarcoma di Kaposi (18,75%) o del granuloma inguinale (20,36%). E solo di alcune malattie il 53,63% conosce le conseguenze. Per proteggersi dalle infezioni l’89,53% sceglie il profilattico, il resto preferisce avere rapporti con persone di cui si fida ciecamente (43,89%). Non si protegge perché ritiene non ci siano rischi per la salute solo una minoranza (3,54%). Chi gioca con la fortuna perché non si protegge visto che in passato non gli è accaduto nulla è solo il 2,71%. Anche la quota di chi dà retta completamente agli amici che gli dicono che è molto difficile un contagio senza protezione è sotto il 2%. In minoranza anche chi pensa di non proteggersi perché tanto esistono i farmaci giusti per guarire dalle infezioni. Stessa cosa per coloro che non lo fanno perché amano sfidare il caso. Diversa è la situazione di chi non si protegge perché si fida del partner: la quota sale, distribuita fra chi si riconosce abbastanza in questa condizione (19,38%), molto (12,29%) e completamente (17,71%).
“Anche quest’anno – afferma la presidente della Fiss, Roberta Rossi – l’indagine condotta sul web non vuole essere esaustiva della realtà italiana ma può indicare un trend: l’utilizzo del profilattico è abbastanza diffuso e sappiamo che ha la doppia funzione contraccettiva e di protezione dalle infezioni sessualmente trasmissibili, quindi ben venga. Forse – ha aggiunto – vuole dire che le persone si stanno iniziando a muovere per un concetto di salute sessuale a 360°”.
Colpisce, inoltre, la quasi sovrapposizione percentuale dei metodi pillola e profilattico. “E anche in questo senso – prosegue Rossi – verrebbe da pensare che la voglia di avere una sessualità libera da pensieri e preoccupazioni si stia diffondendo anche magari con il doppio utilizzo degli strumenti a disposizione: pillola per evitare la gravidanza indesiderata e profilattico per le infezioni sessualmente trasmissibili. Rimane un 18% – conclude – che non si protegge mai nei rapporti, dato comunque inquietante se consideriamo che il gruppo che risponde è adulto e dovrebbe quindi essere quello maggiormente responsabile. Continua ad essere importante una diffusione del concetto di salute sessuale della quale prendersi cura ancor prima di dover ricorre ai ripari”.
Fonte: A.O.G.O.I. – Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani – http://www.aogoi.it
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