L’irsutismo (la crescita anomala di peli di tipo terminale, cioè spessi e scuri, in aree dipendenti dagli androgeni, quali mento, faccia, addome, torace, dorso, cosce, parte superiore delle braccia) colpisce il 5-10% delle donne in tutto il mondo e può essere causa di forte stress e disagio che impattano negativamente sulla qualità di vita della donna.
Viene diagnosticato clinicamente con la scala di Ferriman-Gallwey (FG) che assegna alla crescita dei peli un punteggio da 0 a 4, in 9 aree androgeno-dipendenti (un punteggio superiore a 15 è considerato ‘grave’).
Nel 75-80% dei casi la causa dell’irsutismo è riconducibile alla sindrome dell’ovaio policistico, in un altro 5-20% dei casi è ‘idiopatico’; in meno del 5% dei casi questa condizione è dovuta a condizioni rare quali l’iperplasia surrenalica congenita, alcuni tumori secernenti androgeni, la sindrome di Cushing. JAMA pubblica questa settimana le linee guida aggiornate (rispetto all’edizione 2008) della Endocrine Society per la diagnosi e il trattamento dell’irsutismo nelle donne in pre-menopausa.
La diagnosi Nella versione aggiornata, si raccomanda di sottoporre a screening tutte le donne di razza caucasica o nera con un punteggio alla scala di FG superiore a 8, o superiore a 7 nelle asiatiche, o superiore a 9-10 nelle ispaniche e nelle donne medio-orientali. Laddove si sospetti la presenza di elevati livelli di androgeni (irsutismo da moderato a grave, GF > 15, oligomenorrea), gli esperti raccomandano il dosaggio di testosterone totale e libero al mattino presto nei giorni 4 e 10 del ciclo mestruale (quando i livelli di androgeni dovrebbero essere più alti. Andrà valutata anche a concentrazione di SHBG (Sex Hormone Binding Globulin) che consente di ottenere un valore calcolato (e non misurato direttamente) del testosterone libero. Le linee guida sconsigliano di sottoporre a questa valutazione di screening le donne con normali cicli mestruali e con un punteggio FG normale. Nel sospetto di iperplasia surrenalica congenita andrà richiesto anche il dosaggio del 17-idrossiprogesterone del mattino.
La presenza di iperandrogenismo va sospettata in presenza di disturbi mestruali, infertilità, galattorrea, ipotiroidismo, sindrome di Cushing, acromegalia, obesità centrale, acanthosis nigricans, clitoromegalia, irsutismo a comparsa improvvisa e rapidamente ingravescente. Come visto, la maggior parte delle donne con irsutismo è affetta da sindrome dell’ovaio policistico o da irsutismo idiopatico. Una diagnosi accurata può tuttavia consentire di svelare la presenza di qualche rara sindrome o forma tumorale.
Trattamento Come terapia di prima linea le linee guida suggeriscono d somministrare un contraccettivo orale (OCP) che, aumentando i livelli di SHBG, riduce quelli di testosterone libero; oppure un anti-androgeno. Per ridurre al minimo il rischio di tromboembolismo venoso, le linee guida raccomandano di utilizzare la minore dose efficace di estrogeni; nel caso in cui si decida di somministrare un anti-androgeno le linee guida raccomandano inoltre di abbinare un OCP, vista l’elevata teratogenicità degli antiandrogeni. Se dopo 6 mesi di monoterapia il problema non fosse risolto o migliorato, le linee guida suggeriscono una terapia di associazione con OCP e antiandrogeni (es. finasteride, spironolattone; ma non flutamide). Accanto alla terapia medica sarà inoltre opportuno procedere a rimuovere i peli indesiderati con la fotoepilazione (per le donne con peli scuri), l’elettrolisi (per le donne con peli chiari) o ricorrendo a terapie topiche, quali l’eflornitina.
Effetti collaterali della terapia I principali effetti indesiderati sono il tromboembolismo venoso nel caso dei contraccettivi orali, la teratogenicità nel caso degli anti-androgeni. Sconsigliato l’uso della flutamide per il rischio di epatotossicità. Nel caso dei trattamenti locali di rimozione dei peli, gli effetti indesiderati sono la relativa efficacia, il dolore e la spesa.
Maria Rita Montebelli Fonte: http://www.aogoi.it/
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