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Popolazione in calo, nuovo minimo storico per le nascite in Italia

Recenti dati Istat riscontrano come la percentuale del calo di nascite in Italia negli ultimi anni sia sempre più in aumento. Tale riscontro inizia a partire dall’anno 2008 ma è nel 2018 che si registra una notevole decrescita (4% in meno rispetto al 2017). Il numero di fiocchi, già a partire dal 2015, era sceso al di sotto di mezzo milione rispetto ai precedenti anni e nel 2018, quindi, è stato registrato un nuovo dato negativo.

La crisi demografica sembra dovuta a più fattori socio-economici e principalmente ad un fattore storico. Attualmente si registra infatti, una riduzione delle potenziali mamme in età riproduttiva rispetto a quelle nate invece negli anni del dopoguerra. Queste donne infatti, hanno contribuito notevolmente alle generazioni successive con le numerose nascite di quegli anni; quel periodo fu chiamato infatti baby-boom. Inoltre i dati parlano dell’ormai noto aumento dell’età media della donna alla prima maternità e la conseguente minor possibilità di avere figli in età avanzata. Vi sono, rispetto al passato, meno figli per famiglia (in Italia il tasso di fecondità si aggira infatti su 1,32 figli per donna). Un altro dato interessante rivela come la quasi metà delle donne residenti oggi in Italia (circa il 45%), tra i 18 ed i 49 anni, non abbia figli. Dall’altra parte, l’incremento delle nascite in Italia verificatosi fino al 2008 fu dovuto anche all’ingresso di molte donne straniere nel nostro Paese, diminuito invece negli ultimi anni. Ad oggi ci sono meno stranieri ed un numero più alto, rispetto agli anni precedenti, di italiani emigrati all’estero.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il calo demografico delle nascite riguarda tutte le regioni; unica eccezione la provincia autonoma di Bolzano che registra un dato positivo di nascita, anche di bambini stranieri. Le nascite nella provincia altoatesina sono sostenute dagli aiuti pubblici: un bonus bebè di 200 euro al mese fino ai 3 anni del bambino, assistenza all’infanzia, conciliazione tra lavoro e famiglia, ad esempio con orari di nidi flessibili e maternità facoltativa, per 6 mesi, al 50% rispetto al 30% nazionale e con il sostegno alle giovani coppie attraverso associazioni di Welfare familiare. Il tasso più basso invece, in tutte le regioni del centro. I bimbi stranieri nascono di più in Emilia Romagna, percentuale bassissima invece per la Sardegna. Come si può immaginare, infatti, i numeri più alti si ritrovano nelle regioni dove è più diffusa la presenza di immigrati ovvero Nord/Ovest e Nord/Est.

Maggiori informazioni: https://www.istat.it/

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